XV Domenica del Tempo Ordinario

16 Luglio 2017

Dal Vangelo secondo Matteo

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice: “Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!”. Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!

Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Mt 13, 1-23

Commento

Il mare, una barca, la folla sulla spiaggia, un terreno che accoglie il seme: le immagini che caratterizzano il vangelo di questa domenica. La Parola di Dio, che è feconda (vangelo) e che feconda (1a lettura), non si esaurisce nella sua potente semplicità. Dinnanzi questa pagina di Matteo oggi ci chiediamo in che misura il terreno – che è ciascuno di noi, singolo o comunità – sia capace di accogliere la parola di Dio. Non solo quella che giunge alle nostre orecchie nel corso delle celebrazioni, ma la parola che Dio ci dice nell’altro e attraverso l’altro. Come accolgo il fratello che nel suo stare dinnanzi a me mi comunica qualcosa? La nostra bella terra di Sicilia, è da sempre luogo di incontro tra culture e tradizioni religiose diverse. Si è sempre dimostrata terra capace di accogliere l’altro. Ancora oggi essa si trova ad accogliere sulle sue spiagge folle di migranti che hanno attraversato il mare con imbarcazioni di fortuna. Questi uomini ci dicono di una umanità che “geme e soffre” (2a lettura) nell’attesa che qualcosa si compia. E noi che volontà/capacità abbiamo di essere quella terra che accoglie e che permette di dare frutto al seme che il seminatore ha sparso così generosamente?

Gabriele T.

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